01 Mag EXPO2015 – Il mio viaggio attraverso i suoi giardini
Esattamente un anno fa aprivano le porte di EXPO2015. Confesso che allora la mia reazione all’evento fu, come per tantissimi altri, decisamente tiepida: avevo la sensazione che, al di là delle intenzioni, il tutto si sarebbe trasformato ben presto in un gigantesco e banalissimo luna park. Beh, magari per qualcuno è stato proprio così, e a distanza di un anno il giudizio su EXPO2015 rimane impietosamente negativo. Per me, invece, è stata una scoperta graduale e alla fine devo dire che l’Esposizione Universale del 2015 mi è davvero piaciuta. La prima volta ci sono andata di sera, per un test di gradimento veloce, e dopo una rapida analisi di quel che EXPO2015 aveva da offrire, ho deciso che mi sarei concentrata sui suoi GIARDINI. Per le successive tre visite ho pianificato il percorso scegliendo – e scoprendo man mano – padiglioni in cui giardini e paesaggio erano protagonisti. Mi sono fermata ad osservare, ho scattato foto, ho parlato con tante persone, e quindi ho stilato la mia classifica personale che oggi, a distanza di un anno, voglio condividere per festeggiare l’anniversario di EXPO2015 con una prospettiva differente.
Nella TOP FIVE del mio percorso tematico, il quinto posto è andato al padiglione turco fatto di ariosi spazi aperti e coperti, definiti da un percorso d’acqua prepotentemente blu e punteggiati da piccoli alberetti di melograno che sono una delle ricchezze agricole della nazione. Ho scoperto che l’opulenza e l’abbondanza associate al nar, nome turco del melograno, hanno ispirato l’intera architettura del padiglione, e che la particolarità del vocabolo di essere sia singolare che plurale, lo ha elevato a simbolo di diversità attraverso l’unità. La sua timida presenza lungo il percorso d’acqua andava proprio ad unire spazi diversi – luminosi, raccolti, contemporanei e tradizionali – e accoglieva con la stessa cortesia milioni di visitatori diversi.
Al quarto posto ho inserito il giardino del padiglione polacco, piccola gemma nascosta all’interno di un’architettura solida e quasi impenetrabile. Introdotti dalle parole di Wislawa Szymborska, piccoli meli svettanti dal parterre di graminacee erano i protagonisti di una scenografia magica, accompagnata da note di musica classica e moltiplicata all’infinito dagli specchi che ne annullavano i confini, a rappresentare la vastità dei territori polacchi.
Il paesaggio “a misura d’ape” del Regno Unito si è meritato il terzo posto. Bellissima l’idea di coniugare arte e scienza in un giardino dove il visitatore diventava ape, immerso nel rumore dell’alveare e invitato a zigzagare tra i fiori come se dovesse davvero succhiarne il nettare.
Seconda posizione per il bosco austriaco, che regalava aria fresca da respirare, catapultando il visitatore in una dimensione lontanissima da quella urbana pur occupando una superficie esigua (560 m2): la sensazione di benessere e la percezione di una relazione forte con la natura prendevano il sopravvento non appena varcata la soglia del padiglione.
Ma a colpire nel segno, e quindi a guadagnarsi la prima posizione è stato senza dubbio il padiglione del Bahrain, che ho visitato più e più volte. Quei dieci minuscoli frutteti incastonati nei volumi puri del piccolo padiglione e l’ispirazione poetica dell’eredità culturale agricola del paese, che discende dall’antica civiltà di Dilmun, mi hanno rapita. Ho visto in questo padiglione la sintesi di architettura e paesaggio, di tradizione e modernità, del valore estetico e produttivo della vegetazione: ho visto, insomma, quello che secondo me il GIARDINO CONTEMPORANEO dovrebbe essere.
Naturalmente ho visitato altri giardini, come quello del Marocco e dell’Estonia, e ne ho apprezzato le atmosfere, ma a parer mio queste cinque installazioni sono davvero quelle che hanno saputo trasmettere con più efficacia la relazione tra uomo e natura nel Terzo Millennio: ognuna lo ha fatto in modo diverso, attraverso la poesia, la curiosità, la tradizione, l’interazione, la sorpresa e l’umiltà. Che, alla fine, sono proprio gli ingredienti giusti per il mix perfetto!
Sono contenta di non aver snobbato EXPO2015: in fondo, basta saper scegliere!
Event: EXPO2015 | FEEDING THE PLANET
Location: Milano, ITALY
Year: 2015
Photos: Federica Cornalba
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